La presenza di almeno un terzo di donne nei Consigli Comunali che passano dal 23,2% del 2012 al 34,2% del 2019, collocano la Lombardia tra le regioni italiane virtuose, i cui cittadini stanno maggiormente investendo nella presenza femminile nella politica locale. E’ questo uno dei dati più interessanti contenuto nel Rapporto di ricerca ‘La presenza delle donne nella politica locale in Lombardia’ stilato da Polis Lombardia (Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia) alla vigilia della Festa della Donna 2020.
I DATI - Nei Comuni della Lombardia, le donne che ricoprono cariche politiche sono 8.126, pari al 34,6% delle 23.449 cariche complessive. Le Sindache rappresentano il 17,9% del totale, le vice‐Sindache il 30,1%, le Assessore il 45,4%, le Consigliere comunali il 34,2%, le Presidenti di Consiglio Comunale il 21,3%, il 39,3% le Vicepresidenti e il 31,8% le Delegate dal Sindaco. Spicca il dato delle Assessore, visto l’obbligo del rispetto del 40% nei comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti. La percentuale di donne che ricoprono cariche nelle amministrazioni comunali compresa tra il 40% e il 60%, sui dati complessivamente considerati, questa percentuale si raggiunge solo nei Comuni che hanno un’ampiezza demografica compresa tra i 5.000 e i 15.000 abitanti.
GIOVANI E ISTRUITE - Il rapporto rileva che le donne sindache, assessore o consigliere nei comuni lombardi si presentano con una scolarità alta ed un interesse per la politica che coinvolge le giovani donne in misura percentualmente maggiore dei giovani uomini. Sul fronte dell’investimento formativo, le donne confermano, come accade in generale nella società italiana, il loro maggiore impegno: il 43,2% delle donne ha un titolo di studio superiore al diploma, contro il 31,1% dei colleghi uomini. Riguardo all’età, mentre predomina ancora la presenza di uomini maturi, vista l’ampiezza della generazione babyboomers ‐ over 55, al femminile, invece, l’investimento nella politica locale è fatto in particolar modo dalla Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) e dalle Millennials (nate tra il 1981 e il 1996) , donne mediamente più giovani e quindi presumibilmente chiamate a conciliare lavoro e politica con famiglia e cura dei figli.
LE SINDACHE - Il numero delle Sindache cresciuto tra il 2012 e il 2019 di appena 3 punti percentuali e, dall’altro, dalla dimensione più piccola dei comuni amministrati da donne: sono, infatti, appena 13 su 266 le Prime Cittadine in carica in Comuni tra i 15.000 e i 30.000 abitanti e 5 le Sindache di Comuni sopra i 30.000 abitanti. Nessun Comune al di sopra dei 60.000 abitanti è amministrato da un Sindaco donna, nonostante proprio il Comune più popolato, ‐ Milano ‐ abbia avuto in un recente passato un Sindaco donna. Interessanti sono anche i dati che riguardano le singole province della Lombardia. La provincia di Milano è in testa per quanto riguarda la presenza di donne sindache; percentuale che raggiunge il 30%. Seguono, Bergamo, Lodi, Monza-Brianza e Pavia. Mentre Cremona è fanalino di coda con il 10%.
LE ASSESSORE – Le donne che ricoprono la carica di assessore in Lombardia sono 1.619, il 45,38%. In vetta alla classifica la provincia di Cremona con il 50, 5% . seguono Como 49,08% e Mantova co con il 48,86%. In coda ci comuni della provincia di Lodi e Pavia con circa il 40% delle Assessore.
LE CONSIGLIERE COMUNALI – Le donne presenti nei Consigli Comunali della Lombardia sono 5.799 pari al 34,2%. Ad aver la presenza maggiore sono i comuni della provincia di Milano hanno la presenza femminile più numerosa con il 39.04%. In fondo alla classifica i comuni della provincia di Como.
RISULTATI PROMETTENTI - La Lombardia presenta dunque risultati promettenti in tema di riequilibrio di genere negli enti Locali. Le nuove norme hanno accelerato la partecipazione alla politica locale delle donne, per cui il risultato del 40%, che rappresenta il raggiungimento di una parità effettiva, è un obiettivo raggiungibile.
CONSIGLIERA DI PARITA’ - “I dati della ricerca sono molto significativi e fanno ben sperare. Certamente le leggi sul riequilibrio della rappresentanza di genere hanno pesato molto permettendo l’immissione di tante donne nell’ambito delle Istituzioni, ma quello che sta accadendo, anche se lentamente, credo sia un processo culturale che vede nella valorizzazione delle differenze e quindi anche quella di genere, un punto qualificante ed una risorsa per il bene comune. Le donne sono sempre più presenti, non solo nelle Istituzioni, ma anche in tantissime realtà dove, dal basso, si risponde ai bisogni delle comunità. E fanno la differenza.” afferma Carolina Pellegrini, Consigliera di parità regionale della Lombardia. “Il processo culturale che auspico da sempre è proprio questo. Gli sguardi e gli approcci diversi alla realtà degli uomini e delle donne sono davvero una risorsa nel momento in cui entrano in relazione ed interagiscono. L’interazione però può esserci nel momento in cui la persona rimane leale alle sue origini. La donna laddove è chiamata a decidere deve poter fare la differenza proprio perché donna. Il potere è una opportunità troppo grande per essere sprecata nel momento in cui è possibile fare la differenza per il bene comune. Donne fate le donne.”
UNA SINTESI EFFICACE - Una sintesi efficace del documento è stata pubblicata dalle autrici su SecondoWelfare.it